In uno degli ultimi articoli del nostro blog vi abbiamo raccontato di un’affascinante collezione d’arte custodita gelosamente entro le mura domestiche di una coppia, Vilma Gastaudo ed Enzo Cella (nel caso ve lo foste persi, potete recuperarlo qui). Oggi parliamo invece di una collezione che proprio quest’anno lascia la casa dei proprietari per essere esposta definitivamente in uno spazio museale aperto al pubblico.
La donazione di Crippa e Oberti
Il nuovo volume Evaristo Baschenis (1617-1677) vede la luce in concomitanza della generosa donazione da parte di Guido Crippa e Carmen Oberti, una coppia sposata che ha deciso di affidare parte della propria collezione al Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo. In particolare, il libro è dedicato a nove preziosissimi dipinti a opera di Evaristo Baschenis, un artista affascinante, riscoperto in tutto il suo valore solo all’inizio del ‘900. Oltre che pittore, fu anche sacerdote, musicista e mercante di quadri.

Strumenti silenziosi, cucine immobili
Come si può intuire dalla copertina, Baschenis è noto ai più per essere stato il pioniere della natura morta a tema musicale: violini, viole, liuti, chitarre… una serie di strumenti rappresentati con il massimo realismo, ma inevitabilmente muti, appoggiati su un tavolo, impolverati e inutilizzati. Una sorta di memento mori, simbolo di un piacere terreno che, in quanto tale, non può che essere passeggero.
Oltre alla musica, l’altro grande soggetto è la cucina: pentole di rame, pane, pesci d’acqua dolce, tacchini, mele e tanto altro ancora, una testimonianza culturale della realtà gastronomica della borghesia e piccola nobiltà bergamasche dell’epoca.
La sfida accolta da Grafiche Aurora
“Piccoli teatri del quotidiano su cui inscenare lo spettacolo immobile e silenzioso delle cose”: così vengono definite, in uno dei saggi del volume, le nature morte di Baschenis – un messaggio veicolato con forza grazie soprattutto all’impressionante fedeltà con cui sono rappresentati i protagonisti delle opere. Dalla dimensione del calibro delle corde di un violino alle penne iperrealistiche di un fagiano, tutto dipinto con minuzia e precisione in ogni minimo dettaglio.
La nostra sfida, affidataci da Silvana Editoriale, è stata quella di garantire ai lettori una fruizione dei dipinti quanto più fedele e gradevole. Dopo uno studio attento e svariate prove di stampa, la scelta è ricaduta in questo caso su una carta Gardamat da 170 g/m² a quattro colori di scala. Oltre a essere una meraviglia per gli occhi, soprattutto nel caso delle pagine che accolgono a piena grandezza le opere, il risultato è anche piacevole da sfogliare per via dei suoi fogli spessi e importanti.

Per chi, come noi, ama conoscere i dettagli tecnici del processo di stampa, ecco l’elenco di tutte le informazioni tecniche su come abbiamo realizzato il volume – vere e proprie chicche per addetti ai lavori:
- Lavoro certificato FSC
- Cartonato cucito a filo refe
- Formato chiuso 24 x 30
- 80 pagine interne in Gardamat 170 g/m² stampata a 4 colori di scala
- Risguardi non stampati in carta Sirio Color 140 g/m² nera
- Copertina in cartone grigio 3 mm rivestito in plancia stampata a 4 colori di scala su carta patinata 135 g/m² plastificata opaca
- Dorso quadro con capitelli
We print, we think… we art!